Il 7 febbraio si celebra la Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo, mentre l’11 febbraio sarà il Safer Internet day.
Due appuntamenti fondamentali per bambini, ragazzi e adulti: non solo per mostrare consapevolezza nei confronti del fenomeno, ma per imparare a reagire e a contrastarlo, insieme.
Bullismo e cyberbullismo sono termini di un fenomeno molto complesso: si tratta di atti di violenza perpetrati in maniera sistematica, intenzionale e per un tempo continuato.
Qual è la situazione in Italia?
Il fenomeno del bullismo è in forte crescita. I dati arrivano dall’indagine campionaria realizzata dall’Eures: nel 2019 il 66,9% dei giovani è stato almeno una volta vittima di bullismo, l’81,3% ha assistito ad uno o più di tali episodi, mentre il 37,8% indica di averne commessi in una o più occasioni. In sintesi, soltanto il 9,3% dei giovani afferma di non essere stato in alcun modo coinvolto in episodi di bullismo, né come vittima, né come autore o testimone.
La scuola resta l’ambiente in cui avviene il maggior numero degli episodi di bullismo censiti: il 57,3% delle vittime afferma infatti di aver subito tali atti all’interno della classe ed il 34,9% all’interno della scuola (in ambienti diversi dalla classe). Nessun contesto sembra tuttavia del tutto esente dal fenomeno: risultano infatti numerose le citazioni relative al quartiere (19,9%), all’ambiente sportivo (13,5%) e al tragitto casa/scuola (8,7%), mentre residuali (4,8%) sono i riferimenti all’ambiente religioso (chiesa, oratorio, gruppo scout).
Cos’è il cyberbullismo?
È una forma di bullismo condotto attraverso strumenti telematici, come ad esempio tramite in internet. Il comportamento più frequente risulta la diffusione di video e immagini di derisione sui social. Quando una vittima si è rivolta al mondo adulto (genitori, insegnanti) gli episodi di bullismo si sono fortemente ridotti (con valori spesso vicini all’80% dei casi), mentre chi ha subito, cercato di minimizzare o si sia autoescluso dal gruppo non ha registrato analoghi cambiamenti, rischiando piuttosto di subire un’escalation degli stessi.
È notizia di fine dicembre che Tik Tok, il noto social network popolato per lo più da giovanissimi, ha scelto di limitare consapevolmente la visibilità dei post di utenti obesi o disabili, ritenendoli “soggetti altamente vulnerabili al cyberbullismo”. Una notizia che ha destato scandalo, perché colpisce non i bulli ma le vittime. Nei giorni successivi alla diffusione della news il social ha assicurato di aver interrotto il comportamento. Ma il concetto secondo cui in una relazione bullo-vittima chi deve censurarsi sia la vittima, è più frequente di quanto si immagini.
Attualmente in Italia rispetto al bullismo ed al cyberbullismo è in vigore la legge n.71 del 29 maggio 2017 ed è stato istituito il numero verde 114, attivo 24 ore su 24, per le vittime di bullismo.
In G Action Group, attraverso la formazione continua del personale, abbiamo istituito un team di addetti investigativi dedicati alla Cyber Division, offrendo soluzioni ad hoc ai clienti e a supporto del mondo istituzionale.
Il nostro consiglio? Segnalare sempre qualunque cosa ai genitori, insegnanti o alla polizia postale. Ricordatevi che ogni attività virtuale è tracciabile e ci sono professionisti, come noi, in grado di aiutarti.